domenica 27 luglio 2008

UFFYYYY !!!!

Voglio vivere in pace col mondo...ma forse il mondo non ha le mie stesse intenzioni !!!

lunedì 14 luglio 2008

DUE PAROLE SU UN BEL LIBRO : UN POSTO NEL MONDO DI FABIO VOLO .




Mi piace la sua ironia , la sua semplicità... il libro non ha grosse pretese ma è bello anche per questo la sua leggerezza lo rende il giusto strumendo per immegersi in un attimo di tranquillità , giusto un attimo è durato perchè l'ho letto in una giornata . Questo libro l'ho sentito elogiare e criticare come d'altronde avviene per tutte le cose , ma penso che dipenda dalla disposizione d'animo in cui uno si trova leggendolo...può sembrare stupido e superficiale o emozionante e commovente...io consiglio di leggerlo , perchè per me è stato uno di quei libri che
finito di leggere avrei voluto continuasse ancora e mi ha dato l'imput almeno momentaneo di provare a cambiare qualcosa mandando a fanc....chi la pensava diversamente da me...e strano a dirlo.... ci sono riuscita , penso che lo rileggerò quando mi ritroverò di nuovo in una situazione simile.

venerdì 11 luglio 2008

Da Ecclesiaste.....

Vanità delle vanità, tutto è vanità.
Quale utilità ricava l`uomo da tutto l`affanno
per cui fatica sotto il sole?
Una generazione va, una generazione viene
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge e il sole tramonta,
si affretta verso il luogo da dove risorgerà.
Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;
gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna.
Tutti i fiumi vanno al mare,
eppure il mare non è mai pieno:
raggiunta la loro mèta,
i fiumi riprendono la loro marcia.
Tutte le cose sono in travaglio
e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Non si sazia l`occhio di guardare
né mai l`orecchio è sazio di udire.
Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c`è niente di nuovo sotto il sole.
C`è forse qualcosa di cui si possa dire:
"Guarda, questa è una novità"?
Proprio questa è già stata nei secoli
che ci hanno preceduto.
Non resta più ricordo degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso coloro che verranno in seguito.

STRALCI.....
M'ero sottratta ad un'esistenza vile, m'ero liberata sanguinante, dopo un combattimento durato per anni dentro di me.
Per me, si.
Per portar salva nel tempo la mia coscienza, si.
Ma già mi pareva di andar nel mondo come un' innominata: una donna tra tante donne: una persona umana nel gran flutto dell'umanità.
Avevo voluto essere io, non per distinguermi ma per sentirmi degna di confodermi del tutto: non per credere in me, ma per poter credere nella vita.
Dobbiamo diventare ciò che siamo.
Di Sibilla Aleramo.

mercoledì 9 luglio 2008

SU BERLUSCONI O MEGLIO CONOSCIUTO COME LO PSICONANO!!!!


"Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori...
Berlusconi è l'uomo della mafia...
La Fininvest è nata da Cosa Nostra...
sono stato io a metter giù il partito del mafioso...
L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding,
di cui 16 occulte, furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano,
la Banca Rasini, la banca di Cosa Nostra...
Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende
possa fare gli interessi dei cittadini?...
Le sue televisioni sono contro la Costituzione... bisogna portargliele
via.
Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da
Sudamerica"

Le leggi ora me le faccio da solo!

- Legge sulle rogatorie internazionali che le rende più complesse;
- Abolizione della tassa sulle successioni e donazioni per i grandi
patrimoni;
- Depenalizzazione del falso in bilancio nella disciplina dei mercati
finanziari;
- Condono fiscale;
- Legge Cirami sul legittimo sospetto;
- Lodo Schifani sulla sospensione dei processi alle alte cariche dello
stato;
- Decreto spalma-debiti per le società sportive;
- Decreto salva Rete4;
- Legge Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo nazionale;
- Legge Frattini sul conflitto d'interessi;
- Previdenza complementare che favorisce il sistema assicurativo;
- Norme sul digitale terrestre che finanziano la vendita di decoder;
- Legge ex Cirielli che accorcia i termini di prescrizione di molti reati;
- Inappellabilità delle sentenze di proscioglimento

Processi

Elencare tutti i processi sarebbe troppo lungo e noioso,
ne riportiamo solo alcuni:

> 1990
La Corte d'appello di Venezia lo dichiara colpevole
di aver giurato il falso davanti ai giudici,
a proposito della sua iscrizione alla lista P2.
Berlusconi viene dichiarato colpevole,
Il reato è estinto per l'intervenuta amnistia del 1989.

> 1991
Berlusconi accusato di concorso in corruzione in atti
giudiziari, per aver pagato i giudici di Roma in modo da
ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori,
che doveva decidere la proprietà della casa editrice.
La Corte d'appello, decide nel giugno 2001
che per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice
e grazie alla concessione delle attenuanti generiche,
ha ottenuto la prescrizione del reato ed ha evitato la condanna.

> 1998
In primo grado viene condannato a due anni e quattro
mesi per i 23 miliardi versati tramite il conto All Iberian a
BettinoCraxi.
La sentenza di Appello (secondo grado) sancisce che il reato è
estinto per prescrizione (è passato troppo tempo) e che
«per nessuno degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza».
La sentenza definitiva (terzo grado) condanna Berlusconi
al pagamento delle spese processuali.

>
La procura di Palermo ha indagato su Berlusconi e Dell'Utri
per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro
sporco.
Nel 1998 l'indagine è stata archiviata per scadenza
dei termini massimi concessi per indagare.
Dell'Utri, in un altro procedimento, è stato condannato a Palermo
a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa,
dagli atti risulta che Forza italia sarebbe stata fondata
per fornire nuovi agganci politici alla mafia e
che Berlusconi sarebbe stato messo da Dell'Utri nelle mani
della mafia fin dal 1974.

> 2000
Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici
durante le operazioni per l'acquisto della Sme.
Nel 2004 Berlusconi viene assolto per prescrizione.

> 2005
Falso in bilancio. La Finivest avrebbe spostato, tra
il 1989 e il 1996, fondi neri per almeno 2 mila miliardi di lire.
I giudici della seconda sezione penale del tribunale di
Milano hanno assolto Silvio Berlusconi e gli ex manager Fininvest
dall'accusa di falso in bilancio, in quanto il fatto non costituisce
reato:
grazie alla riforma del diritto societario del 2001,
approvata dal Governo Berlusconi.

> 2006
Indagini in corso per: Diritti televisivi, Frode fiscale,
Appropriazione indebita, Tangenti a David Millis,
Corruzione giudiziaria, Violazione della legge antitrust spagnola,
frode fiscale.

GANDHI





Simbolo della pace Esponente del pacifismo
« Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo »

Mohandas Karamchand Gandhi,

detto il Mahatma (grande anima), nacque in India nel 1869. Dal 1893 fino al 1914 visse in Sudafrica, dove lottò per i diritti civili degli Indiani sperimentando quei metodi non violenti che lo avrebbero reso celebre in tutto il mondo. Nel 1921 lanciò la grande campagna di disobbedienza civile contro le autorità inglesi che, dopo oltre 25 anni, portò l'India all'indipendenza. Morì nel 1948, vittima di un fanatico indù.

"....Una strofa didattica gujarati mi entrò nella mente e nel cuore e il suo insegnamento - rispondere al male con il bene - divenne il mio principio ispiratore, divenne per me una tale passione che cominciai a fare vari esperimenti. Ecco quelle (per me) meravigliose righe:

Per una ciotola d'acqua offri un buon pasto

Ad un gentile benvenuto inchinati con ardore.

Per una semplice monetina restituisci oro.

Se la vita vuoi salva, non salvaguardarti.

Così osserva le parole e le azioni del saggio.

Ogni minimo favore ricompensa dieci volte.

Ma i veri nobili sanno che tutti gli uomini sono uguali,

e lietamente ricambiano col bene il male ricevuto."

(da "La mia vita per la libertà" di M. K. Gandhi)

Del Mahatma è stato scritto moltissimo, sia sulla sua vita che sul suo pensiero, ma quello che tutto il mondo ricorda di Gandhi riguarda soprattutto la sua enorme impresa : un piccolo uomo, ne’ ricco ne’ potente, solo grazie alla forza della sua mente e della sua anima, riuscì a liberare una grandissima ma debole nazione come l’India dalla dominazione di un paese ricco, potente ed arrogante come l’Inghilterra.

Il nucleo del pensiero di Gandhi racchiude tre punti fondamentali: l'autodeterminazione dei popoli, il rifiuto della violenza quale strategia di lotta rivoluzionaria, la tolleranza religiosa.

Il primo tema è strettamente intrecciato con la lotta del popolo indiano contro il dominio coloniale. Gandhi era convinto della necessità che gli indiani fossero liberi di poter decidere come amministrare il loro Paese perché la miseria nella quale era ridotto dipendeva proprio dal prelievo forzato delle risorse dell'India da parte dei britannici. Purtroppo a diversi decenni dalla liberazione (e dalla morte di Gandhi, avvenuta nel 1948) il subcontinente indiano versa ancora in condizioni d'estrema povertà e ciò perché l'indipendenza politica non è stata accompagnata da una reale indipendenza economica. Da questo punto di vista il problema dell'India è lo stesso di tutti i Paesi del Terzo Mondo e delle zone sottosviluppate e sfruttate dell'Occidente. In definitiva il tema dell'autodeterminazione dei popoli non può essere separato da quello dello sfruttamento e dalla dipendenza economica che non permettono la reale indipendenza politica. Naturalmente Gandhi, ben conscio di questa limitazione, si è battuto a lungo nella sua vita per l'autosufficienza dell'India dagli inglesi.

Il rifiuto della violenza come strategia di lotta, è comunque il punto caratterizzante del pensiero di Gandhi. Il Mahatma era convinto che la violenza non potesse essere un mezzo efficace per ottenere gli obbiettivi prefissati e ciò per varie ragioni. La prima è senza dubbio legata alla profonda umanità del personaggio, alla sua educazione e alla sua cultura; sua ferma convinzione era che i violenti sono alla lunga più deboli dei non-violenti, e usano la violenza proprio a causa della loro debolezza. Gandhi sosteneva anche che una liberazione violenta avrebbe generato dei governanti violenti, figli del metodo usato per giungere al potere (e se si guarda la storia, non si può non essere d’accordo con Gandhi). In ogni caso non bisogna pensare che Gandhi proponesse un atteggiamento passivo di fronte agli oppressori e ai violenti, tutt'altro. La strategia di lotta organizzata dal Mahatma consisteva nella resistenza passiva, cioè non reagire alle provocazioni dei violenti (pratica che richiede un'enorme forza morale e Gandhi lo sapeva bene) e nella disobbedienza civile, in pratica il rifiuto di sottoporsi a leggi ingiuste (si ricordino, a tal proposito, la campagna contro le stoffe inglesi oppure la marcia del sale, le giornate di digiuno e preghiera,veri e propri scioperi generali in grado di paralizzare l'intero Paese).

Ultimo grande tema è la tolleranza religiosa. Nel caso di Gandhi il problema si riferisce alla particolare situazione etnica dell'India. Paese immenso, grande quasi quanto l'Europa intera, abitato da un'infinità di gruppi etnici e professioni religiose diverse, spesso a stretto contatto tra loro, vero e proprio laboratorio della società globale. Gandhi era convinto che questa fosse una ricchezza dell'India e che andasse salvaguardata, ma senza dividere politicamente la nazione. In fondo le diversità religiose potevano essere superate da un comune interesse verso l'essere umano. Nella pratica gli eventi non andarono come sperava Gandhi. I musulmani guidati da Jinnah pretesero uno stato indipendente, con la conseguenza che la linea di confine tra India e Pakistan, tracciata nel 1947, spezzò molti legami umani costringendo milioni di persone ad abbandonare la propria casa. Gandhi era consapevole della portata esplosiva della contrapposizione religiosa e per questo si oppose alla separazione dell'India. Nelle città dove imperversava la violenza Gandhi riuscì quasi a fare ciò che gli eserciti non erano riusciti a fare. A Calcutta, con la sua semplice presenza, accompagnata da un digiuno a rischio della propria vita (aveva ben 77 anni), riuscì a fermare la lotta interna tra indù e musulmani. Quest'enorme sforzo lo rese inviso ai fanatici indù (la professione religiosa di Gandhi, maggioritaria in India) e fu uno di loro che lo assassinò il 30 gennaio del 1948.




"Per riuscire a vedere faccia a faccia lo Spirito della verità, universale e onnipresente, bisogna riuscire ad amare la più modesta creatura quanto noi stessi. E un uomo che nutre questa aspirazione non può esimersi dal partecipare a nessun aspetto della vita, ecco perché la mia adorazione per la Verità mi ha portato ad interessarmi anche di politica; posso affermare senza la minima esitazione, sebbene con molta umiltà, che coloro che sostengono che la religione non c'entra con la politica, ignorano cosa sia la politica."

« Se l'amore e la non violenza non sono la legge del nostro essere, tutta la mia argomentazione cade a pezzi. »


L'ahimsa è amore verso il prossimo, sentimento disinteressato di fare il bene degli altri, anche a costo di sacrifici personali: secondo Gandhi tutti gli esseri viventi, in quanto creature di Dio, sono legati tra loro e devono essere uniti da amore fraterno. Seguendo l'insegnamento cristiano dell' "Ama il prossimo tuo come te stesso" Gandhi predica l'amicizia fraterna tra tutti gli esseri umani, musulmani e indù, uomini e donne, paria e brahmini, in nome dell'amore e dell'uguaglianza:
« Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi. »


Ognuno deve essere disposto anche a morire per l'altro, a lottare per le ingiustizie fino in fondo, purché la verità e la giustizia trionfino.
« Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere. »

M. K. Gandhi